Intelligenza artificiale e marketing: opportunità e rischi

Anche se le tecnologie di intelligenza artificiale non sono nate in questi ultimi mesi, è chiaro che è in tempi recenti che il mondo digitale ha preso a cambiare in maniera spettacolare e ad una velocità vertiginosa grazie al loro impiego massiccio. Tutto grazie alla messa a disposizione al grande pubblico delle intelligenze artificiali generative, come il tanto famoso quanto discusso ChatGPT, che ha da subito innescato la trasformazione dei processi e dei metodi di lavoro di interi settori economici online. Tra questi: la vendita, i social media e anche il marketing.

In questo articolo parleremo della relazione tra intelligenza artificiale e marketing, delle opportunità che offre e anche di quelle che, almeno per ora, è meglio lasciar perdere.

Intelligenza artificiale marketing

Il caso dei social media

Se parliamo dell’intelligenza artificiale nei social media, è impossibile non iniziare da Facebook. Il social ideato da Mark Zuckenberg è noto per impiegare ben 4 tipi di algoritmi che usano l’intelligenza artificiale, o per meglio dire il deep learning. In sostanza, quando apri il tuo profilo Facebook, questo sorveglia e analizza i contenuti, personalizza il tuo feed in base ai tuoi gusti e ai prodotti che hai già cercato in passato, oltre a fornire delle traduzioni dei contenuti e una funzione vocale. Il tutto pilotato da una IA.

Un altro esempio interessante è la moderazione dei commenti sui social tramite l’intelligenza artificiale. Purtroppo, come sappiamo, i social media sono spesso un luogo di violenza verbale, e sorvegliare un grande flusso di commenti non è sempre facile. Un commento inappropriato potrebbe sempre sfuggire alla sorveglianza e quindi offrire una cattiva immagine di un brand. Ma Instagram (altro social di Meta) utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare le parole contenute nei commenti e quindi rimuovere quelli offensivi.

Intelligenza artificiale e marketing digitale

Anche il marketing digitale ha visto la propria evoluzione profondamente plasmata dall’arrivo di strumenti basati sull’intelligenza artificiale. La tua navigazione su internet lascia sempre delle tracce tramite i cookies. Questi sono come dei piccoli robot virtuali che hanno il compito di raccogliere delle informazioni su di te e di trasmetterle al sito su cui navighi (ma non solo) per permettere agli specialisti del marketing di stabilire un tuo profilo di consumatore a fine di proporti i prodotti che ti possono interessare. Questi dati sono l’età, la posizione geografica, il tuo sesso, ecc.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale tramite il Data mining aiuta i professionisti a raggruppare una grande quantità di dati che verranno trattati tramite il Machine learning per fornire loro un modello analitico che potranno usare poi per prevedere le performance delle future campagne marketing. Questo processo si chiama marketing predittivo.

Il caso dello streaming audio e video

L’utilizzo di “algoritmi” nelle piattaforme di streaming come Youtube o Spotify esiste già da qualche anno. Questi sono la fonte dei famosi “suggerimenti” che vedi su queste piattaforme e che dovrebbero corrispondere ai tuoi gusti. E che, in effetti, lo fanno sempre meglio, con una maggiore precisione e risultati più raffinati. Questo miglioramento è il frutto dell’intelligenza artificiale che lavora seguendo e analizzando i contenuti audio e video che consulti, per proportene altri che, con molta probabilità, ti piaceranno.

Luci e ombre dell’intelligenza artificiale

Anche se spesso non ne siamo consapevoli, oggi l’IA è presente in maniera significativa nella nostra vita privata e lavorativa. La usiamo in modo quotidiano sia per ordinare del cibo, per analizzare un percorso stradale durante gli spostamenti, per fare acquisti, ascoltare musica e molto altro.

La prima cosa che salta agli occhi nell’intelligenza artificiale è la sua straordinaria capacità ad imparare in maniera continua. Nell’ambito della ricerca e sviluppo è considerata come un formidabile alleato per affrontare le sfide più complesse con maggiore efficienza e meno tempo e risorse.

Tuttavia, come nessun’altra tecnologia, l’IA non ha soltanto dei lati positivi. Il suo utilizzo su larga scala sta già creando dei notevoli problemi nel mondo del lavoro, dove in molti settori viene impiegata per sostituire gli esseri umani in un elenco purtroppo crescente di mansioni. Goldman Sachs ha stimato in 300 milioni il numero di posti di lavoro che saranno pesantemente colpiti o del tutto persi a causa dell’IA. Una cifra esorbitante che, se si rivelerà fondata, non potrà che aggravare le condizioni di precarietà economica e disoccupazione per una fetta notevole della popolazione mondiale.

C’è poi un altro aspetto da considerare: secondo alcuni esperti l’IA può frenare o limitare lo sviluppo intellettuale delle persone creando una specie di pigrizia intellettuale. Questa pigrizia si manifesta con l’uso abusivo dell’intelligenza artificiale per dei compiti di riflessione che erano prima effettuati dalle persone stesse, nonché sull’incapacità di uscire dalla “bolla” creata attorno a noi dai suggerimenti degli algoritmi.

Intelligenza artificiale nel marketing: quando sì e quando no

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale applicata al marketing, è indubbio che le nuove tecnologie offrano diversi vantaggi a chi vuole promuovere il proprio brand, tra cui:

• Maggiore capacità di analisi dei dati, grazie a strumenti che ci forniscono direttamente le risposte alle nostre domande.

• Possibilità di offrire servizi a un costo contenuto, come l’assistenza clienti (tramite bot) 24 ore su 24.

• Possibilità di generare automaticamente risposte alle comunicazioni dei clienti, come e-mail, chat e recensioni. • Supporto nella creazione e nella traduzione dei contenuti, per lanciare il proprio messaggio su nuovi mercati.

Tuttavia, è forte la tentazione di farsi abbagliare dalle potenzialità dell’IA e affidarvisi in modo eccessivo, senza considerare un punto fondamentale: le macchine, per quanto sofisticate e programmate per apprendere, non sono capaci di ascoltare e conoscere davvero i clienti, e di comunicare con loro in modo realmente coinvolgente ed efficace. Questo è un compito che solo gliesseri umani possono svolgere.

Soprattutto ora che l’intelligenza artificiale nel marketing viene impiegata in modo sempre più comune, il rischio è quello di comunicare in modo indistinguibile da altre decine, centinaia o migliaia di aziende, appiattendo il proprio messaggio e confondendosi con la concorrenza. Proprio ciò che non bisogna mai fare.

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